agrumi - Società Agricola Riario Sforza s.s.

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ARANCIA
(Citrus sinensis)





L'arancio (Citrus × sinensis) è un albero da frutto appartenente al genere Citrus (famiglia Rutaceae), il cui frutto è detto arancia. È un antico ibrido, probabilmente tra il pomelo ed il mandarino, ma da secoli cresce come specie autonoma e si propaga per innesto e talea.
La sua patria è la Cina e sembra che sia stato importato in Europa appena nel secolo XIV dai marinai portoghesi. Ma alcuni testi antico-romani ne parlano già nel I secolo; veniva coltivato in Sicilia e lo chiamavano melarancia, il che potrebbe significare che il frutto avesse raggiunto l'Europa via terra. Potrebbero essere corrette entrambe le teorie. Probabilmente l'arancio giunse davvero in Europa per la via della seta, ma la coltivazione prese piede solo nella calda Sicilia, dove la propagazione si arenò. Solo dopo secoli venne riscoperto dai marinai portoghesi.
Da notare che a Roma, nel chiostro del convento di Santa Sabina all'Aventino è presente una pianta di arancio dolce che secondo la tradizione domenicana è stata portata e piantata da San Domenico nel 1220 circa. La leggenda non specifica se il santo avesse portato la pianta dal Portogallo o dalla Sicilia, dove essa era giunta al seguito della conquista arabo-berbera.
Nella letteratura del secolo XIX a volte l'arancia viene chiamata portogallo.
In alcune zone della Calabria, Campania e della Puglia ancor oggi le arance sono chiamate purtualli e tale termine fa tuttora parte della lingua siciliana, che usa il vocabolo "partuàlli". Così pure nella maggior parte dei dialetti della Pianura Padana: nella lingua piemontese sono detti portugaj, nel dialetto bergamasco "portügàl", nel Lodigiano "purtügàl" e in Ferrarese "portogàl". In Veneto l'arancia viene chiamata "naransa", caso unico nei dialetti del nord, e che sembrerebbe essere una derivazione diretta dal persiano, forse grazie ai contatti culturali e commerciali veneziani con il Medio Oriente. In alcune zone dell'Abruzzo (Valle Peligna) l'arancia viene chiamata partaall, mentre nel Salento viene indicato col termine portacallu e sul Gargano purtiall. Nel dialetto riomaggiorese della lingua ligure l'arancia è chiamata sitrón.






L'arancio è un albero alto fino a 12 metri, dalle foglie allungate e carnose e dai fiori candidi. I germogli sono sempre verdi, mai rossastri. I frutti sono rotondi e sia la buccia che la polpa sono del tipico colore arancio. La buccia è caratterizzata da una leggera ruvidezza che è diventata termine di paragone anche in campi assolutamente diversi: parliamo ad esempio di pelle a buccia di arancia in cosmesi, o di superfici a buccia di arancia in edilizia.
Il periodo di riposo dell'arancio è di soli tre mesi, per cui succede che l'albero fiorisca e fruttifichi contemporaneamente. I primi frutti si possono raccogliere in novembre (navelina), e gli ultimi a maggio - giugno (valencia late). Un albero adulto produce circa 500 frutti all'anno.
Oggi l'arancio è l'agrume più diffuso nel mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Alcuni frutti sono a polpa bionda (ovale, biondo comune, navelina, washington navel, ecc.), altri a polpa rossa per via dei pigmenti antocianici in essi contenuti (moro, tarocco, sanguinello), alcuni più grandi e più belli, altri di aspetto più modesto e dalla buccia più sottile, ma più sugosi e dunque adatti per spremute. Solo in Italia più di venti varietà vengono coltivate come frutta da tavola ed altrettante per spremuta. Comunque, le arance dolci non vengono consumate solo come frutta fresca ma, soprattutto nel caso di quelle a polpa bionda, vengono utilizzate per la produzione di succhi (durante la lavorazione delle quali la buccia, preventivamente separata dal resto del frutto, viene sfruttata per estrarne l'olio essenziale in essa contenuto) e, in misura minore, per la produzione di canditi e frutta essiccata.
La definizione Arancia rossa di Sicilia è usata per individuare le varietà di arance polpa rossa (moro, tarocco e sanguinello) che rispettano quanto previsto nel relativo disciplinare "Arancia rossa di Sicilia IGP" (Indicazione Geografica Protetta), ma in realtà si coltiva anche in altre regioni, soprattutto in Calabria, dove la produzione delle arance supera di 1,7 volte quella della Sicilia.








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